Da “Il Gazzettino” del 24.VI.1992

(a firma di Leopoldo Pietragnoli)

Storia della moda in 700 parole

Edito da Franco Filippi “Lessico ragionato” che Achille Vitali ha compilato in vent’anni di ricerche.

 

        Da “abito nero” a “zupòn”, passando per termini classici - come “baràcole”, “baùta”, “ormesin”, “rassa”, “tabàro”, “velada”, “zendà” … - e per parole inconsuete e rare, talora ignote ai più - come “argiron”, “basèn”, “carisèla”, “gatò”, “latesin”, “tabì”, “valessio” … - sono ben settecento le voci trattate in “La moda a Venezia attraverso i secoli. Lessico ragionato”, che Achille Vitali ha compilato in oltre vent’anni di puntigliosa ricerca (per diletto, non per lavoro) e che l’editore Franco Filippi ora pubblica in un volume sobrio ed elegante (476 pagine, 137 illustrazioni, 80 mila lire).

        Un cenno subito alle illustrazioni non soltanto numerose ma anche di grande efficacia, ampiamente tratte dalle incisioni di Cesare Vecellio a fine Cinquecento e dagli acquerelli del Grevembroch nel Settecento, nonché dal materiale d’archivio dei Musei Civici Veneziani: esse danno al libro un preciso tocco di ariosità e di vivacità che ben si accompagna alla parola scritta. E’ in tono discorsivo infatti che Vitali descrive abiti e tessuti, accessori e strumenti, tecniche e mestieri, porgendo al lettore in modo molto gradevole una messe di conoscenze fondata su una ricerca di grande rigore e su una documentazione precisa e imponente: basti ricordare che sono circa 130 le fonti edite citate in bibliografia, oltre a quelle manoscritte d’archivio, e più di 750 le citazioni e le note.

        E’ questo “libro anomalo”, per dichiarata volontà dello stesso autore, un libro svincolato da qualsiasi tema tradizionale; nella forma come nella sostanza, più vicino all’enciclopedia che al dizionario, e caratterizzato - come s’è accennato - dal tono discorsivo del linguaggio, che ne fa uno strumento di consultazione rapido e agevole, e insieme, una specie di racconto per schede della moda a Venezia lungo oltre un millennio. La prefazione è stata affidata a una studiosa di fama, Doretta Davanzo Poli: ella ha sottolineato questa duplice valenza del libro - che viene anche a colmare, non lo si trascuri, un vuoto nel settore - parlando di “una minuziosa ricerca, anche sotto il profilo filologico e glottologico ... un’opera di notevole interesse didattico, utile sia agli specialisti della materia, sia a coloro che vogliono approfondire l’argomento, e in particolare agli appassionati di cose veneziane ... un esauriente repertorio di divulgazione e diffusione alla portata di tutti”.

        E poiché “talor cresce una beltà un bel manto”, come vuole la citazione dell’Ariosto che Vitali ha posto quale didascalia introduttiva all’opera, l’annotazione conclusiva, è per la realizzazione grafica - e tipografica - di Franco Filippi, oltre che per il consueto coraggio con il quale ha affrontato questa avventura editoriale.

 

 

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